Draghi: "La nostra sfida nella zona euro è garantire che venti contrari a livello mondiale non soffino sulla nostra ripresa interna facendola deragliare".
Il presidente della Bce Mario Draghi nel discorso del 25 gennaio alla Deutsche Boerse di Francoforte, difende a spada tratta la sua politica monetaria. «Chi ha criticato le decisioni prese dalla Bce ha avuto torto» è il messaggio esplicito lanciato soprattutto all’indirizzo dei tedeschi. «La Banca Centrale Europea – ha aggiunto – ha agito in maniera indipendente dal sistema politico e per il bene dell'Eurozona intera».
Draghi risponde così alle critiche di coloro che accusano la Bce di non stimolare i governi a varare riforme strutturali, precisando che «non c'è necessariamente una connessione fra tassi di interesse e riforme. Per esempio – ha osservato – la Spagna ha iniziato le sue riforme del mercato del lavoro quando i tassi di interesse erano già scesi, l'Italia ha approvato una riforma del mercato del lavoro lo scorso anno in condizioni di mercato tranquille e, allo stesso modo, la Francia sta portando avanti le riforme senza la pressione del mercato».
Durante l’intervento Mario Draghi si è soffermato sulla situazione attuale, definendo «le prospettive per l'economia globale nel 2016 ancora incerte. Ma la nostra sfida nella zona euro – ha continuato – è quella di garantire che venti contrari a livello mondiale non soffino sulla nostra ripresa interna facendola deragliare».
Il discorso prosegue sottolineando che «la Bce continuerà a fare la sua parte per supportare la fiducia, la stabilità dei prezzi e una ripresa solida. Ma so – ha detto ancora – che le nostre decisioni non sono prive di contestazioni. I tassi bassi e le nostre misure non convenzionali sono viste da alcuni come fonte di preoccupazione e non mi stupirei se fosse così per molti di voi qui».
Un accenno anche al discusso tema del bail-in. «Dobbiamo assicurarci che le nuove regole vengano applicate in maniera uniforme in tutti i paesi e con il minor spazio possibile per discrezionalità a livello nazionale», ha sottolineato Draghi. Conclude chiamando in causa i Paesi dell’Eurozona poiché, ha aggiunto, «per trasformare la ripresa ciclica in una ripresa strutturale, occorre tuttavia che anche gli altri facciano la loro parte. Questo comporta azioni concertate sul fronte delle politiche fiscali, delle riforme strutturali e della riduzione del debito. Soprattutto, abbiamo bisogno di continuare il processo per completare la nostra unione monetaria su tutti i fronti necessari».
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