mercoledì 27 gennaio 2016

Draghi: "La nostra sfida nella zona euro è garantire che venti contrari a livello mondiale non soffino sulla nostra ripresa interna facendola deragliare".


Draghi: "La nostra sfida nella zona euro è garantire che venti contrari a livello mondiale non soffino sulla nostra ripresa interna facendola deragliare".

Il presidente della Bce Mario Draghi nel discorso del 25 gennaio alla Deutsche Boerse di Francoforte, difende a spada tratta la sua politica monetaria. «Chi ha criticato le decisioni prese dalla Bce ha avuto torto» è il messaggio esplicito lanciato soprattutto all’indirizzo dei tedeschi. «La Banca Centrale Europea – ha aggiunto – ha agito in maniera indipendente dal sistema politico e per il bene dell'Eurozona intera».

Draghi risponde così alle critiche di coloro che accusano la Bce di non stimolare i governi a varare riforme strutturali,  precisando che «non c'è necessariamente una connessione fra tassi di interesse e riforme. Per esempio – ha osservato – la Spagna ha iniziato le sue riforme del mercato del lavoro quando i tassi di interesse erano già scesi, l'Italia ha approvato una riforma del mercato del lavoro lo scorso anno in condizioni di mercato tranquille e, allo stesso modo, la Francia sta portando avanti le riforme senza la pressione del mercato».

Durante l’intervento Mario Draghi si è soffermato sulla situazione attuale, definendo «le prospettive per l'economia globale nel 2016 ancora incerte. Ma la nostra sfida nella zona euro – ha continuato – è quella di garantire che venti contrari a livello mondiale non soffino sulla nostra ripresa interna facendola deragliare».
Il discorso prosegue sottolineando che «la Bce continuerà a fare la sua parte per supportare la fiducia, la stabilità dei prezzi e una ripresa solida. Ma so – ha detto ancora – che le nostre decisioni non sono prive di contestazioni. I tassi bassi e le nostre misure non convenzionali sono viste da alcuni come fonte di preoccupazione e non mi stupirei se fosse così per molti di voi qui».

Un accenno anche al discusso tema del bail-in. «Dobbiamo assicurarci che le nuove regole vengano applicate in maniera uniforme in tutti i paesi e con il minor spazio possibile per discrezionalità a livello nazionale», ha sottolineato Draghi. Conclude chiamando in causa i Paesi dell’Eurozona poiché, ha aggiunto, «per trasformare la ripresa ciclica in una ripresa strutturale, occorre tuttavia che anche gli altri facciano la loro parte. Questo comporta azioni concertate sul fronte delle politiche fiscali, delle riforme strutturali e della riduzione del debito. Soprattutto, abbiamo bisogno di continuare il processo per completare la nostra unione monetaria su tutti i fronti necessari».

martedì 19 gennaio 2016

Darta saving challenge plus


DARTA SAVING CHALLENGE PLUS

Qualche giorno fa, in seguito ad una specifica richiesta da parte di un caro amico, ho effettuato uno studio approfondito sulla polizza  CHALLENGE PLUS di DARTA SAVING LIFE ASSURANCE LTD, società di diritto irlandese appartenente al Gruppo Assicurativo Allianz.

Challenge Plus è un prodotto finanziario-assicurativo di tipo unit linked caratterizzato dall’investimento dei Premi in quote di Fondi interni dal cui valore dipendono le prestazioni previste dal Contratto. La gamma di fondi interni  è molto ampia e l’acquisto può essere effettuato attraverso tre diverse versioni, a seconda del tipo di versamento iniziale:
•CAPITAL a premio unico iniziale minimo € 10.000,00 (max 40 fondi diversi);
•PLAN a premi ricorrenti attraverso un piano programmato (max 20 fondi diversi);
•PLAN&CAPITAL una combinazione dei precedenti.

È possibile effettuare dei versamenti aggiuntivi di importo minimo pari a 2.500,00 euro indipendentemente dalla versione attivata. Il Contratto è a vita intera, pertanto la durata del Contratto coincide con la vita dell’Assicurato (0-91 anni non compiuti). Il rimborso del capitale quindi avverrà soltanto attraverso la richiesta di riscatto parziale o totale ed avrà sempre un costo fisso di 50 euro.

Di seguito i fondi interni, contenitori in cui vengono inseriti gli OICR (cioè fondi comuni/sicav), posseduti nel caso esaminato, versione Capital :


Tutti i prodotti sono di tipo e categoria "flessibile" (gli ultimi due "obbligazionario flessibile"). Ciò significa che, come scritto ad es. a pag.92 per il Darta Challenge Team Morgan Stanley, "Data la natura flessibile del Fondo interno non è possibile definire a priori dei criteri specifici di gestione interna del Fondo interno.  .... la gestione è volta perseguire l'obiettivo della crescita del capitale ...... principalmente mediante la selezione di OICR gestiti in misura principale da società che fanno parte del Gruppo Morgan Stanley ....". In breve, il gestore ha la massima libertà e non ci sono ulteriori informazioni sulla sua attività di gestione.

L'orizzonte temporale di investimento consigliato è di 15 anni, tranne che per Algebris che è di 13 anni.

Il grado di rischio è ALTO, tranne che per Algebris che è MEDIO-ALTO.

Tutti i prodotti hanno un costo di caricamento del 2,5%; mentre i costi di gestione annui, oltre a quelle applicabili dagli OICR sottostanti, vanno dal 2% del Darta Challenge Team Morgan Stanley al 1,30 % del Target Return Bond EM.

E' bene ricordare che, come tutte le polizze a contenuto finanziario, “la Società non offre alcuna garanzia di restituzione del capitale investito, né di corresponsione di un rendimento minimo, sia in caso di Riscatto che in caso di decesso. L’Investitore-Contraente assume il rischio connesso all’andamento negativo del valore delle quote del Fondo interno collegato al Contratto. Pertanto vi è la possibilità che l’Investitore-Contraente ottenga, al momento del rimborso, un ammontare inferiore al Capitale investito”.

Per i dettagli vi rimando al Fascicolo Informativo Obbligatorio sul sito istituzionale della Compagnia.


mercoledì 13 gennaio 2016

Ed è subito sera?


Ed è subito sera?

A guardare i mercati azionari, e non solo, questo 2016 non è iniziato nel migliore dei modi. Anzi, quella di quest’anno è stata in realtà la peggiore partenza di sempre. Solo un dato per comprendere meglio: in  sole cinque sedute la capitalizzazione globale è scesa di 2,3 trilioni di dollari. 

Quali le ragioni ?

Il dati del settore manifatturiero in Cina hanno mostrato per la decima volta di fila un rallentamento fermandosi a quota 49,7 ,sotto la soglia 50 che segnala l’espansione. Altra notizia negativa arriva dalle riserve, scese di 108 miliardi di dollari nel solo mese di dicembre, per le quali si registra la prima riduzione annua dal 1992. Inoltre, la svalutazione del Renminbi. E' stato spezzato il forte legame con il dollaro, causa del forte apprezzamento del valuta cinese. Da quest'anno il cambio dipende da un paniere di 13 valute trade-weighted. Ciò significa che se queste valute continueranno ad indebolirsi contro dollaro, stessa sorte toccherà al renminbi.

Le esecuzioni del 2 gennaio scorso in Arabia Saudita hanno scioccato il mondo intero innescando scontri tra sciiti e sunniti in molti paesi musulmani e causando la rottura dei rapporti diplomatici con l'Iran. Inoltre, nonostante le repressioni interne (la maggioranza delle esecuzioni era di sauditi sunniti) il regno saudita fatica a mantenere l’approvazione popolare in un momento di grande difficoltà economica, legata soprattutto al basso prezzo del petrolio. Infatti lo scorso anno si è chiuso con 100 miliardi di dollari di deficit, il 15% del PIL.

Dagli USA arriva qualche buona notizia, specie per quanto riguarda il PIL, con un +2% su base annua, e l’occupazione, che vede chiudere il 2015 con 2,7 milioni di posti di lavoro in più. Ma questo dato è stato ignorato dai mercati. Resta alta l’attenzione sull’inflazione, il cui andamento condizionerà le scelte della FED.

In Europa la BCE deve affrontare vari ostacoli, in primis quello dell’integrazione finanziaria dell’Eurozona. Il progetto sembra avere più difficoltà del previsto e stenta a decollare. L’idea è semplicemente quella di gestire il flusso dei fondi in maniera libera all’interno dell’Unione, indirizzando le risorse dove più sono necessarie o dove ci sono maggiori opportunità. Invece le banche tendono a preferire il loro mercato di riferimento. Infine, dopo le perdite dei portatori di obbligazioni subordinati di quattro banche italiane, anche il Portogallo ha autorizzato lo spostamento di bond senior dalla “good bank” Novo Banco alla “bad bank” BES per un valore di 1,9 miliardi, seminando il panico tra gli investitori.

martedì 5 gennaio 2016

Il bail-in è in vigore. Quanto è solida la mia banca? Cosa accade?


Il bail-in è in vigore. Quanto è solida la mia banca?

Lo scorso mese di settembre, circa un anno dopo l’ultima verifica, le banche italiane sono state sottoposte al nuovo esame SREP da parte della Bce. Srep è l’acronimo di Supervisory review and evaluation process e si tratta di un processo di valutazione e revisione prudenziale, svolto per verificare lo stato di salute delle banche in termini di presidi organizzativi e patrimoniali per far fronte ai rischi assunti nell'esercizio della loro attività. Il parametro di valutazione utilizzato è stato il Cet 1 ratio (Common Equity Tier 1 ratio), rappresentato dal rapporto tra Cet 1 (capitale ordinario versato) e le attività ponderate per il rischio. Proprio il  Cet 1 ratio è diventato l'indicatore più utilizzato per valutare la solidità di una banca. Più alto è questo dato, più è solida la banca.

Questi i dati di Banca Widiba:
Il dato è ancora più significativo se confrontato con quello delle principali banche, di cui è un multiplo. 

Il bail-in è in vigore. Cosa accade?

Dal primo gennaio 2016 è pienamente in vigore la direttiva BRRD (Bank Recovery and Resolution Directive), che introduce in tutti i paesi europei regole comuni per prevenire e gestire, in maniera ordinata, le crisi di enti creditizi e imprese di investimento. Il principio di fondo, che ha spinto le autorità europee all’introduzione di queste regole, è semplice: il costo di un’eventuale crisi bancaria non può e non deve ricadere sullo Stato, e quindi sui contribuenti, ma i capitali necessari devono essere reperiti all’interno degli stessi intermediari, come accade per le altre imprese.

Va innanzitutto sottolineato che il tanto paventato bail-in sarà preso in considerazione solo in ultima istanza, quando cioè tutti gli altri strumenti a disposizione dovessero rivelarsi insufficienti. Infatti, l'obiettivo della direttiva BRRD è quello di una gestione ordinata delle crisi. Già nel corso della normale attività delle banche, l’autorità di risoluzione (in Italia la Banca d'Italia) avrà il compito di "preparare dei piani di risoluzione che individuino le strategie e le azioni da intraprendere in caso di crisi" (v. Banca d'Italia, Che cosa cambia nella gestione delle crisi bancarie). La parola d’ordine è dunque prevenzione.

"Se nonostante il rafforzamento dell'attività preventiva la crisi di una banca dovesse comunque manifestarsi, le Autorità di Risoluzione... avranno a disposizione un insieme di misure articolate, calibrate in funzione della gravità della situazione, che prevede, quale ultima istanza, l'avvio della cosiddetta procedura di risoluzione" (v. ABI e Associazioni dei consumatori, Tu e il Bail in). Il processo di ristrutturazione di una banca sottoposta a risoluzione sarà gestito da autorità indipendenti esterne. La direttiva mette a disposizione delle autorità di risoluzione quattro strumenti : 
la vendita di una parte dell’attività a un acquirente privato;
il trasferimento temporaneo delle attività e passività a un’entità (bridge bank) costituita e gestita dalle autorità per proseguire le funzioni più importanti, in vista di una successiva vendita sul mercato;
il trasferimento delle attività deteriorate a un veicolo (bad bank) che ne gestisca la liquidazione in tempi ragionevoli;
l'applicazione del bail-in, ossia svalutare azioni e crediti e convertirli in azioni per assorbire le perdite e ricapitalizzare la banca in difficoltà o una nuova entità che ne continui le funzioni essenziali.

Come detto, il bail-in sarà applicato SOLO quando non ci saranno altre strade percorribili. I soggetti coinvolti saranno in primo luogo, gli azionisti della banca, seguiti dai proprietari di obbligazioni ibride, poi di subordinate ed infine di senior. Per ultimi potrebbero essere chiamati i depositanti (titolari di conto corrente, depositi liberi e vincolati, certificati di deposito, libretti di risparmio, assegni circolari) con saldo superiore a 100mila euro. Preciso che ai depositanti fino a 100mila euro non succede assolutamente nulla.