sabato 30 giugno 2018

La follia del tulipano


La follia del tulipano


2007: siamo negli Stati Uniti. Il mondo viene scosso dalle prime insolvenze sul mercato dei mutui ed inizia la crisi dei cosiddetti subprime. Di lì a poco falliranno diversi fondi immobiliari e l’emergenza si estenderà velocemente ad altri settori dell’economia. Era cominciata la "Grande Recessione". 

Cosa aveva provocato il disastro ? 

Nel 2001, a causa dello scoppio della bolla internet sul mercato azionario, l'economia USA comincia a rallentare vistosamente. La Fed avvia una politica monetaria accomodante e, siamo nel 2003, il costo del denaro è talmente basso che il tasso dei mutui scende, fino toccare l’1%. Lo scenario è troppo allettante e non può non attrarre i possibili acquirenti di immobili: i mutui concessi sono numerosissimi. Molti di essi sono proprio i famigerati subprime (secondari), con un elevato rischio di insolvenza. Per di più, si tratta di prestiti a tasso variabile. Con l’inevitabile risalita dei tassi e la conseguente crescita dell’importo delle rate, molte di esse non vengono pagate. Inizialmente le banche si rifanno con la vendita degli immobili. Purtroppo il mercato immobiliare ha una brusca frenata  e inizia a dare segni di cedimento. Scoppia la bolla speculativa del mercato immobiliare.

La storia è ricca di questi esempi. 

La bolla dei tulipani avvenuta in Olanda nel 1634, portò il prezzo di un bulbo del prezioso fiore a 1.200 fiorini, quando lo stipendio medio era tra i 200 e i 400 fiorini l’anno e una casa in città ne costava 300. 

La bolla della South Sea Company nel 1720, quando la compagnia di navigazione britannica proponeva rendimenti stratosferici ai suoi investitori e le azioni avevano superato di 10 volte il valore iniziale, salvo poi scoppiare in seguito agli scandali lasciando una lunga scia di vittime. 

Le “bolle speculative” ci sono state, ci sono (le riconosceremo quando scoppieranno), ci saranno perché l’essere umano spesso prende le proprie decisioni, anche di investimento, condizionato dal proprio stato d’animo.

Ad esempio “La Speranza”: questa pulsione offusca la ragione ed i segnali non coerenti alle aspettative vengono eliminati (es. Il mercato scende e non vendo le mie azioni perché spero che“avvenga qualcosa”).

Ad esempio “L’Avidità”: questa sentimento spesso porta a non valutare correttamente il rischio assunto in funzione del rendimento sperato. L’avidità nasce e si fonda su astratte considerazioni di valore. Mescolata all’ ”euforia”, l’avidità partorisce una “bolla speculativa”.

Che fare ? 

Innanzitutto non bisogna agire con emotività: la bolla speculativa è una vera e propria anomalia del mercato, in cui gli investimenti sono guidati dalle manie o addirittura dalle mode e non dallo studio dei fondamentali economici. 

Per questo motivo è opportuno guardare con attenzione alla nascita di nuovi prodotti o servizi, senza farsi accecare dai facili ritorni. A tal proposito, ricordate la grande corsa del Bitcoin lo scorso anno ? La criptovaluta più famosa aveva visto lievitare le quotazioni fino a un picco a ridosso di 20.000 dollari a metà dicembre (da meno di mille dollari a inizio 2017). Oggi quota in area 6.000 $; cioè il 70% in meno

Inoltre, è molto importante non indebitarsi, specie in periodi di bassi tassi di interessi, al semplice scopo di aumentare la propria esposizione. In poche parole, è necessario farsi guidare da un mix di buon senso ed esperienza, allontanando il più possibile i comportamenti irrazionali.