Rivoluzione mutui: è davvero così semplice perdere la casa?
L'argomento “casa” nei giorni scorsi ha conquistato le prime pagine dei giornali con la notizia che bastavano sette rate di mutuo non pagate per consentire alla banca di mettere in vendita l'immobile, norme che scaturiscono dal recepimento della direttiva europea 2014/17/Ue sui mutui. Gli attacchi alla legge sono immediatamente arrivati da ogni parte politica.
Chiariti i seguenti punti :
1) Le vendite senza passare dall’Asta Giudiziaria sono possibili solo se e quando il cittadino abbia sottoscritto liberamente la clausola di inadempimento. Cosa vuol dire? Semplicemente che tale clausola è facoltativa e la banca non può in alcun modo obbligare il proprio cliente a sottoscriverla. Quindi la casa può essere messa in vendita solo con uno specifico atto di disposizione dell'immobile da parte del consumatore.
2) In caso di autorizzazione alla vendita da parte del cittadino, la banca è obbligata a cancellare il debito anche se l’importo ricavato dalla transazione risultasse inferiore al debito residuo. Questo punto è molto importante tutelando il cittadino dall' eventuale deprezzamento della casa.
3) Nel caso opposto, invece, cioè se la banca vendesse l’immobile per una cifra superiore al debito residuo, sarebbe obbligata a girare al cliente la differenza.
4) La riforma non è retroattiva, non si applica pertanto ai mutui già in essere, nemmeno in caso di surroga, quando cioè si “trasferisce” il proprio mutuo da una banca ad un’altra.
Possiamo senz’altro affermare che non perdere la casa non sarà né un fatto semplice né un meccanismo automatico; anzi, con il decreto mutui potremmo ottenere un aumento della trasparenza nei confronti dei consumatori.
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