sabato 14 maggio 2016

Cosa ci insegna la storia di Banca Etruria.


Cosa ci insegna la storia di Banca Etruria.

L'argomento "solidità" ha conquistato i giornali, con articoli e pubblicità. Ovviamente quando si parla di banche e solo dopo il bail in dello scorso novembre di Banca Etruria, Banca Marche, CariChieti e CR Ferrara.

E' opportuno raccontare la storia, ad esempio, di Banca Etruria perché quello che ancora tutt'oggi è percepito come un fulmine a ciel sereno, è stato, in realtà, lo scoppio di una bomba ad orologeria, il cui timer era stato avviato molti anni prima.

Le prime anomalie, infatti, vengono rilevate nel lontano 2010, quando un’ispezione della Banca d’Italia mette in luce sofferenze elevatissime, superiori al miliardo di euro, ben il 14% dell’erogato, mentre ne erano dichiarate soltanto 235 milioni. Nel 2011, è l’Agenzia Fitch a bocciare la banca, rilevando crediti “cattivi” in quantità doppia rispetto alla media delle altre banche. Pochi mesi dopo, nel 2012, le cose iniziano a precipitare, tre anni abbondanti prima del commissariamento, quando la stessa Fitch assegna ad Etruria un rating BB+, a livello "junk" (spazzatura). I vertici dell’Istituto però respingono il giudizio e licenziano Fitch. Con un rating così basso Etruria non può più permettersi di collocare sul mercato le sue obbligazioni, perché il rendimento che gli investitori professionali chiederebbero in cambio sarebbe troppo elevato, almeno il 7%. Allo stesso tempo la banca ha bisogno di "capitale". Bisogna quindi cambiare strategia, “granulizzando” (è proprio questa la parola utilizzata) la raccolta, cioè vendendo i bond subordinati ai piccoli risparmiatori. Nel 2013 viene emesso un prestito subordinato con cedola al 3,50%, la metà di quel 7% prima detto: si raccoglie molto denaro e per di più a basso costo, per la banca un vantaggio doppio.

Doppio vantaggio che però non migliora la situazione. Banca d'Italia nell'ispezione di fine 2014 trovò una banca tecnicamente fallita. Impose maxi svalutazioni su crediti malati per oltre 600milioni di euro e la perdita di esercizio esplose a 517 milioni di euro a fine 2014. A questo punto Banca Etruria aveva azzerato il capitale e, l'11 febbraio 2015, venne commissariata. 

284 giorni dopo, il bail in. Infatti domenica 22 novembre 2015, alle 18:10, si riunisce a Roma il Consiglio dei Ministri che approva un decreto legge (c.d. salva-banche)  "che contiene alcune norme procedimentali volte a agevolare la tempestiva ed efficace implementazione delle procedure di risoluzione di Cassa di risparmio di Ferrara S.p.A, Banca delle Marche S.p.A, Banca popolare dell’Etruria e del Lazio - Società cooperativa e Cassa di risparmio della Provincia di Chieti S.p.A. Il provvedimento consente di dare continuità all'attività creditizia – e ai rapporti di lavoro – tutelando pienamente i correntisti."

Quanto accaduto dopo tutti lo ricordano.

Considerazione finali : 

  • le banche non arrivano al fallimento in un giorno, ma occorrono anni;
  • è opportuno informarsi adeguatamente e anche (pre)-occuparsi, non troppo ma ..... con juicio.

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