mercoledì 4 novembre 2015

Disoccupazione in Italia ai minimi dal 2013. A settembre meno disoccupati, meno occupati, più “inattivi”.

Disoccupazione in Italia ai minimi dal 2013. 
A settembre meno disoccupati, meno occupati, più “inattivi”.

I dati diffusi da Eurostat delineano una situazione in netto miglioramento della disoccupazione in Europa. Il tasso infatti si attesta al 10,8%, il dato migliore dal lontano gennaio 2012. Il divario tra i singoli Stati è però notevole: apre la classifica la Grecia, che indossa la maglia nera con il 25%, e la chiude la Germania al 4,5%.

In Italia i dati provvisori dell’Istat fotografano a settembre un tasso di disoccupazione all’11,8%. Si tratta anche in questo caso di un buon risultato, il migliore dal mese di gennaio 2013. Un po’ sotto le aspettative il tasso di disoccupazione giovanile (persone tra i 15 e i 24 anni), con una diminuzione dello 0,2% e che si attesta al 40,5% su base annua. Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha apertamente parlato del successo del Jobs Act dichiarando: «Il Jobs Act ha restituito credibilità a livello internazionale, ma soprattutto ha creato opportunità e posti di lavoro stabili. È la volta buona, l'Italia riparte.». In effetti i risultati sono incoraggianti e disegnano una tendenza che parla di ripresa.

Settembre si chiude, con una diminuzione degli occupati (-36mila) e dei disoccupati (-35mila), ma anche con un altro dato, che lascia l’amaro in bocca: il sensibile aumento nel numero dei cosiddetti “inattivi”, ovvero delle persone tra i 15 e i 64 anni che non sono, o non sono più, alla ricerca di un’occupazione. L’Italia nell’ultimo trimestre ne guadagna ben 53mila (+0,4%), arrivando a quota 264mila unità nei 12 mesi. Il tasso di occupazione è ora al 56,5%, inferiore di 3 punti a quello spagnolo e tra i peggiori d’Europa. Secondo il Centro Studi Adapt, l’aumento degli inattivi rende più complicata una ripresa in cui “solamente un terzo della popolazione ha un lavoro e deve quindi sostenere sé e altre due persone”. In altre parole, se non ci saranno intoppi, sempre secondo Adapt, per tornare ai livelli pre-crisi bisognerà attendere il 2020.

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