mercoledì 14 ottobre 2015

Dell'importanza della contabilità nazionale


Dell'importanza della contabilità nazionale

Aristotele, nel primo libro della sua opera "La politica", identifica la famiglia come il nucleo fondamentale della società e sviluppa il tema dell'economia domestica. Senza dover ricorrere ad Aristotele, sappiamo bene che in ogni famiglia il padre e/o la madre devono sapere quanto entra e quanto esce e che bisogna saper far quadrare i conti. Ancor di più - se possibile - un imprenditore deve conoscere con precisione quanto incassa e quanto spende, cioè - ancora - far quadrare i conti.

L'Italia ha oggi oltre 60milioni di abitanti; cioè milioni di famiglie e di imprese. Cosa vuol dire per l'Italia intera far quadrare i conti ? Una famiglia percepisce un reddito (lo stipendio ...) che viene speso in consumi (il pane ...) e/o investito (una casa ...). Per l'Italia intera succede la stessa cosa (si produce, consuma, investe). Qual è la differenza tra “i conti” di una famiglia e quelli di una nazione? La risposta è semplice: nessuna, solo che per l'Italia intera le cose sono un po’ più complicate. 
Innanzitutto perché ci sono, oltre a famiglie e imprese, altri soggetti, gli "enti pubblici" (Comuni, Regioni, Repubblica ....). Una parte del reddito prodotto da famiglie ed imprese è incassato dallo Stato (gli enti pubblici) con le tasse; questi soldi vengono utilizzati per l'erogazione di servizi (scuole, ospedali, strade ...) e per il pagamento di pensioni, indennità di disoccupazione ...... Inoltre c'è l'estero. Infatti non tutti i beni consumati in Italia sono prodotti in Italia e quindi è necessario importarli. Comprare da altri Paesi vuol dire, in molti casi, pagare in valute diverse dall’euro. Valuta che possiamo guadagnare con le esportazioni.

E' essenziale, quando si fanno i "conti" per l'Italia intera, fare attenzione a non contare le cose due volte. Il principio è: ogni atto economico dà luogo a due facce della stessa medaglia. Un esempio per spiegare meglio : un imprenditore che paga le tasse registra una spesa; per lo Stato - al contrario - si tratta di un’entrata. La logica è sempre quella della “partita doppia”, inventata da Fra Luca Pacioli, il padre della ragioneria. (il quadro che lo ritrae è esposto al Museo nazionale di Capodimonte a Napoli, che merita sempre una visita).

La "partita doppia" dell'Italia intera ("contabilità nazionale") ha bisogno di cifre, di elaborare miliardi di transazioni.  

In Italia chi si occupa di tutto ciò è l'Istat, che definisce la contabilità nazionale come l'insieme di tutti i conti economici che descrivono l'attività economica di un Paese o di un circoscrizione territoriale. 

Per avere un'idea suggerisco visitare il sito dell'Istat.

E' chiaro il motivo che ha spinto i creditori ad imporre alla Grecia di garantire l'indipendenza dell'istituto di statistica greco.


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