mercoledì 8 luglio 2015

Bail-in: dal 2016 salvataggi delle banche a carico dei «privati»


Come funziona il bail-in ?
Chi è escluso ?


Il 2 luglio scorso è stata approvato dalla Camera con larga maggioranza il disegno di legge n.  3123 di recepimento, tra l’altro, - all’art.8 - della Direttiva UE n. 2014/59/UE. In particolare, “… istituisce un quadro di risanamento e risoluzione degli enti creditizi …” con l’introduzione, anche in Italia, del sistema del Bail-In. Con questa espressione si fa riferimento al meccanismo di salvataggio di una banca dall’“interno”, e si contrappone allo strumento del “bail-out”, salvataggio dall’esterno, che si concretizza attraverso l’intervento dello Stato.
In sostanza dal 1° gennaio 2016 i problemi delle banche andranno risolti dall’interno, anche ricorrendo ai depositi superiori ai 100mila euro, oltre che agli azionisti e agli obbligazionisti meno tutelati, attraverso la riduzione forzosa del valore delle azioni e del debito della banca in crisi, e/o nella conversione di quest’ultimo in capitale. Lo scopo della norma è quello di coinvolgere gli investitori privati, per evitare di far ricadere il costo del default sulle spalle di tutti i contribuenti in maniera indistinta, come avviene utilizzando gli interventi statali.
Ecco un quadro di sintesi:
COME FUNZIONA IL BAIL-IN…
La gerarchia dei crediti a rischio e dei soggetti chiamati ad intervenire nei casi di insolvenza delle banche dal 1° gennaio 2016
… E CHI E’ ESCLUSO DAL BAIL-IN
Sono sempre esclusi dal Bain-in:
1|
AZIONISTI
Azioni: Common Equity   1 (Cet1)
Depositi fino a 100mila euro
Passività garantite, inclusi i covered bond
2|
OBBLIGAZIONISTI
Bond: Additional Tier 1 (At1) e Tier 2
Passività in custodia per conto terzi
Passività da sistemi pagamento e regolamento,
con scadenza residua inferiore a 7 giorni
3|
CREDITI NON GARANTITI
Crediti non garantiti
Passività interbancarie con una durata originaria inferiore a 7 giorni, escluse quelle infragruppo
Debiti nei confronti di dipendenti
4|
DEPOSITANTI
Depositi non garantiti oltre i 100mila euro
e le passività con la Bei
Debiti commerciali relativi a beni e servizi indispensabili all’operatività della banca
Debiti nei confronti del fisco



2 commenti:

  1. le banche non dovrebbero fallire, guidate da costosissimi managers illuminati e integerrimi.
    nella lista della "gerarchia dei crediti" non vedo i patrimoni di questi pagatissimi managers nominati.
    perche' in italia la responsabilita' personale esiste solo per la gente comune?

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    1. In un’economia di mercato tutte le “aziende”, e quindi anche la banche, possono fallire. E ciò è accaduto anche in Svizzera, da taluni considerata porto sicuro. Infatti nel 1991 fallì la Cassa di Risparmio di Thun, causando danni anche a piccoli risparmiatori. In Italia da ricordare il fallimento del Banco Ambrosiano e del Banco di Napoli.
      I dirigenti delle banche sono assoggettati alla Legge, come tutti i cittadini. Inoltre, sono vigilati dalla Banca d’Italia, che può irrogare sanzioni amministrative di carattere pecuniario. E’ di pochi giorni fa la notizia di decreti ingiuntivi agli ex vertici di Banca delle Marche per riscuotere maxi multe.
      Infine, i dirigenti delle banche sono “persone” come le altre, e quindi possono commettere errori. Così come, ad esempio, il costosissimo chirurgo può commettere un errore fatale.

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