Le “nuove frontiere” dei mercati.
Sentiamo parlare di “mercati sviluppati”, “mercati emergenti” e
“mercati di frontiera”.
Cosa vuol dire esattamente ?
In un senso strettamente di “mercato”, significa classificarli
in base al rischio di investimento.
La logica vorrebbe che, se qualcuno investe in un mercato
sviluppato, cioè in uno dei 32 paesi individuati dal FMI con una consolidata
tradizione economico/finanziaria e solide basi democratiche, egli investa in
una nazione con il top delle infrastrutture, connessioni e possibilità di
business e, quindi, in un luogo meno rischioso, e quindi fruttifero, per gli
investimenti.
Semplificando, quindi, chi invece investe in mercati cosiddetti
“Emergenti” e “di Frontiera” è esposto a rischi geopolitici, finanziari ed
economici maggiori di chi investe in mercati sviluppati, ma probabilmente con ritorni più consistenti.
Tanto premesso, quale potrebbe essere l’area geografica da aggiungere
alla propria asset allocation, sempre in un’ottica di diversificazione del
portafoglio ?
Una delle risposte potrebbe essere l’Africa, l’eterna promessa
dell’economia mondiale. Finora il nord dell’Africa con le sue disastrose
primavere arabe è stato una colossale delusione, ma nel resto del continente, a
Sud del Sahara, qualcosa si sta forse finalmente muovendo. Si tratta di una
vasta area che, escluso il Sud Africa, rientra tra i mercati “di frontiera”,
che potrebbero offrire nei prossimi anni opportunità e ritorni molto
interessanti.
Infatti, secondo i dati della Banca Mondiale, nel 2014 il 74%
dei paesi dell’Africa Sub-Sahariana ha adottato almeno una riforma nel campo
della libertà e della tutela delle attività economiche.
Inoltre, le elezioni in Nigeria (160milioni di abitanti) a marzo
di quest’anno, dove si è riuscito a concludere in modo pacifico il passaggio di
mano nella guida del governo, è un segnale forte che il lungo viaggio verso la
modernizzazione e la democrazia è in corso.
I “mercati di frontiera”, e l’Africa in particolare, potrebbero
essere dunque la novità dei prossimi anni.
L’industria del risparmio gestito oggi mette a disposizione
degli investitori sempre più OICR, cioè fondi e sicav, specializzati sul
continente africano.
Perché utilizzare un fondo/sicav ?
L’investimento in fondi/sicav comporta indubbiamente dei vantaggi per l’investitore.
Innanzi tutto, la gestione è affidata a soggetti che svolgono
questo compito professionalmente. Ad
essi viene affidato un mandato che li vincola a gestire il fondo seconda modalità
di investimento predefinite, utilizzando le informazioni e le esperienze di cui
dispongono.
Il fatto, poi, che i risparmi dei singoli confluiscano in un patrimonio
di grandi dimensioni (il fondo) consente di realizzare una diversificazione degli investimenti difficilmente ottenibile
direttamente dai singoli investitori, con tutti i vantaggi in termini di
riduzione del rischio dell’investimento: puntare su molti titoli, infatti, è
meno rischioso che puntare su pochi o, addirittura, uno solo.