mercoledì 29 luglio 2015

Le “nuove frontiere” dei mercati.




Le “nuove frontiere” dei mercati.




Sentiamo parlare di “mercati sviluppati”, “mercati emergenti” e “mercati di frontiera”.

Cosa vuol dire esattamente ?

In un senso strettamente di “mercato”, significa classificarli in base al rischio di investimento.

La logica vorrebbe che, se qualcuno investe in un mercato sviluppato, cioè in uno dei 32 paesi individuati dal FMI con una consolidata tradizione economico/finanziaria e solide basi democratiche, egli investa in una nazione con il top delle infrastrutture, connessioni e possibilità di business e, quindi, in un luogo meno rischioso, e quindi fruttifero, per gli investimenti.

Semplificando, quindi, chi invece investe in mercati cosiddetti “Emergenti” e “di Frontiera” è esposto a rischi geopolitici, finanziari ed economici maggiori di chi investe in mercati sviluppati, ma probabilmente con ritorni più consistenti.

Tanto premesso, quale potrebbe essere l’area geografica da aggiungere alla propria asset allocation, sempre in un’ottica di diversificazione del portafoglio ?

Una delle risposte potrebbe essere l’Africa, l’eterna promessa dell’economia mondiale. Finora il nord dell’Africa con le sue disastrose primavere arabe è stato una colossale delusione, ma nel resto del continente, a Sud del Sahara, qualcosa si sta forse finalmente muovendo. Si tratta di una vasta area che, escluso il Sud Africa, rientra tra i mercati “di frontiera”, che potrebbero offrire nei prossimi anni opportunità e ritorni molto interessanti.

Infatti, secondo i dati della Banca Mondiale, nel 2014 il 74% dei paesi dell’Africa Sub-Sahariana ha adottato almeno una riforma nel campo della libertà e della tutela delle attività economiche.

Inoltre, le elezioni in Nigeria (160milioni di abitanti) a marzo di quest’anno, dove si è riuscito a concludere in modo pacifico il passaggio di mano nella guida del governo, è un segnale forte che il lungo viaggio verso la modernizzazione e la democrazia è in corso.


I “mercati di frontiera”, e l’Africa in particolare, potrebbero essere dunque la novità dei prossimi anni.

L’industria del risparmio gestito oggi mette a disposizione degli investitori sempre più OICR, cioè fondi e sicav, specializzati sul continente africano.

Perché utilizzare un fondo/sicav ?

L’investimento in fondi/sicav comporta indubbiamente dei vantaggi per l’investitore.


Innanzi tutto, la gestione è affidata a soggetti che svolgono questo compito professionalmente. Ad essi viene affidato un mandato che li vincola a gestire il fondo seconda modalità di investimento predefinite, utilizzando le informazioni e le esperienze di cui dispongono.

Il fatto, poi, che i risparmi dei singoli confluiscano in un patrimonio di grandi dimensioni (il fondo) consente di realizzare una diversificazione degli investimenti difficilmente ottenibile direttamente dai singoli investitori, con tutti i vantaggi in termini di riduzione del rischio dell’investimento: puntare su molti titoli, infatti, è meno rischioso che puntare su pochi o, addirittura, uno solo.



mercoledì 22 luglio 2015

Jiffy: contanti in un lampo!




Jiffy: la soluzione tutta italiana per trasferire denaro tramite smartphone in tempo reale


Sei stato al ristorante con i tuoi amici e devi restituire la quota? Fai un Jiffy. Vuoi fare un regalo a tuo figlio? Ancora, fai un Jiffy. Vuoi partecipare al regalo per le nozze della tua migliore amica? Di nuovo, fai un Jiffy.


Jiffy, cash in a flash... contanti in un lampo!

Jiffy è la prima applicazione per smartphone che permette di trasferire denaro in modo sicuro, semplice e veloce, utilizzando il solo numero di cellulare per identificare il beneficiario; l'addebito e l'accredito avvengono direttamente sul conto corrente tramite un bonifico in tempo reale.

Un Jiffy è istantaneo e sicuro; il trasferimento infatti si basa sulla tecnologia SEPA, attualmente utilizzata dalle banche di tutta Europa.

Vediamo nel dettaglio come funziona. Ė sufficiente essere titolari di un conto corrente o di una carta prepagata con IBAN e fornire alla propria banca il numero di cellulare che si vuole associare a Jiffy, che sarà così collegato al nostro IBAN. A questo punto si scarica l'applicazione Jiffy e si inseriscono le credenziali di accesso, così come si fa, ad esempio, per WhatsApp. Selezionando la rubrica (le persone che già utilizzano il servizio sono contraddistinte da un’icona) potremo selezionare il destinatario, l'importo ed un eventuale messaggio. Cliccando su invio l'operazione è conclusa. Potremo inoltre invitare su Jiffy gli amici che ancora non conoscono il servizio.


Jiffy è all'attenzione di tante banche e Widiba, che si distingue per le sue innovazioni, ha appena lanciato il nuovo servizio MoviPay, che opera proprio sul sistema Jiffy di SIA.


Di seguito, in poche immagini - tratte da SIA -, come funziona:



mercoledì 8 luglio 2015

Bail-in: dal 2016 salvataggi delle banche a carico dei «privati»


Come funziona il bail-in ?
Chi è escluso ?


Il 2 luglio scorso è stata approvato dalla Camera con larga maggioranza il disegno di legge n.  3123 di recepimento, tra l’altro, - all’art.8 - della Direttiva UE n. 2014/59/UE. In particolare, “… istituisce un quadro di risanamento e risoluzione degli enti creditizi …” con l’introduzione, anche in Italia, del sistema del Bail-In. Con questa espressione si fa riferimento al meccanismo di salvataggio di una banca dall’“interno”, e si contrappone allo strumento del “bail-out”, salvataggio dall’esterno, che si concretizza attraverso l’intervento dello Stato.
In sostanza dal 1° gennaio 2016 i problemi delle banche andranno risolti dall’interno, anche ricorrendo ai depositi superiori ai 100mila euro, oltre che agli azionisti e agli obbligazionisti meno tutelati, attraverso la riduzione forzosa del valore delle azioni e del debito della banca in crisi, e/o nella conversione di quest’ultimo in capitale. Lo scopo della norma è quello di coinvolgere gli investitori privati, per evitare di far ricadere il costo del default sulle spalle di tutti i contribuenti in maniera indistinta, come avviene utilizzando gli interventi statali.
Ecco un quadro di sintesi:
COME FUNZIONA IL BAIL-IN…
La gerarchia dei crediti a rischio e dei soggetti chiamati ad intervenire nei casi di insolvenza delle banche dal 1° gennaio 2016
… E CHI E’ ESCLUSO DAL BAIL-IN
Sono sempre esclusi dal Bain-in:
1|
AZIONISTI
Azioni: Common Equity   1 (Cet1)
Depositi fino a 100mila euro
Passività garantite, inclusi i covered bond
2|
OBBLIGAZIONISTI
Bond: Additional Tier 1 (At1) e Tier 2
Passività in custodia per conto terzi
Passività da sistemi pagamento e regolamento,
con scadenza residua inferiore a 7 giorni
3|
CREDITI NON GARANTITI
Crediti non garantiti
Passività interbancarie con una durata originaria inferiore a 7 giorni, escluse quelle infragruppo
Debiti nei confronti di dipendenti
4|
DEPOSITANTI
Depositi non garantiti oltre i 100mila euro
e le passività con la Bei
Debiti commerciali relativi a beni e servizi indispensabili all’operatività della banca
Debiti nei confronti del fisco