mercoledì 5 agosto 2015

Le commodities


Le commodities


"Rame in bear market, petrolio Brent sotto quota 50 dollari" titola il 24ore del 4 agosto 2015; l'occhiello precisa che "Molti metalli non ferrosi sono a minimi pluriennali".

Circa un anno fa il petrolio ha iniziato un importante correzione che in 6 mesi ne ha dimezzato il prezzo. Il contagio si è oggi propagato ai metalli, in testa l’oro, che, dopo aver  sfiorato i 2.000 dollari l’oncia, è tornato in prossimità dei 1.000 dollari. Nella stessa direzione si muovono le commodities agricole e i minerali.

Ma cos'è una commodity ? Ecco la definizione, presa da Wikipedia, : “… è un termine inglese che indica un bene per cui c'è domanda ma che è offerto senza differenze qualitative sul mercato ed è fungibile, cioè il prodotto è lo stesso indipendentemente da chi lo produce, come per esempio il petrolio o i metalli.” In parole povere parliamo di prodotti agricoli,  metalli, idrocarburi, coloniali e carni.

Cosa provoca variazioni del prezzo di una commodity ? I mercati finanziari sono interconnessi ed il prezzo delle commodities dipende dall’andamento di un tasso di interesse, dell'inflazione, di una valuta, del tasso di crescita dell'economia ........
Se osserviamo il grafico dell’andamento delle commodities con una lunghissima scadenza e depuriamo i valori dall’inflazione, possiamo accorgerci che ci troviamo più o meno dove eravamo all’inizio del secolo scorso. Si tratta ovviamente di un percorso movimentato, ma con alcune certezze: le correlazioni con il dollaro americano e l’inflazione. Quando il dollaro si rafforza il prezzo delle commodities scende; al contrario aumenta con il crescere dell’inflazione.
Un altro aspetto da sempre correlato è quello dei cicli economici. Semplificando potremmo dire che le recessioni di norma seguono i rialzi delle commodities; mentre i ribassi accompagnano o anticipano la crescita economica.

Le correlazioni appena descritte sono valide, ma ogni commodity racconta una  storia diversa dalle altre
Facciamo alcuni esempi, partendo dall’oro. Il metallo prezioso per eccellenza, poco più di 10 anni fa, era quotato circa 300 dollari l’oncia. Si trattava di una forma di investimento riservata a pochi - banche e istituzioni -, mentre i piccoli risparmiatori potevano al massimo detenere monete d’oro o investire in titoli di aziende minerarie. Nel 2004, però, è avvenuto un importantissimo cambiamento: la quotazione di GLD, il primo Etf a replicare l’andamento dell’oro. Tutt’ad un tratto quindi, l’investimento in oro diventa accessibile a tutti, anche a centinaia di milioni di piccoli risparmiatori. Ed ecco che, malgrado un’inflazione praticamente assente, giunge a quotare poco meno di 2.000 dollari, per poi ritornare, in terreno più realistico, ai circa 1.000 dollari di oggi.
Vediamo ora il petrolio, che ha la correlazione più evidente con il dollaro e i cicli economici. Nell'autunno del 2001 il prezzo era inferiore ai 20 dollari al barile ed il cambio Eur/Usd al di sotto di  0,90. Sei anni dopo, nel 2008, un barile era quotato 160 dollari ed occorrevano 1,60 dollari per comprare un euro. Ma con la crisi di Lehman e la corsa all’acquisto dei T-bond americani(1),  che provoca un rafforzamento del dollaro a 1,20 Eur/Usd, il petrolio sprofonda verso i 30 dollari.

Per concludere, voglio ricordare che ogni mercato finanziario non è una realtà a sé stante, slegata dalle altre, ma parte di un sistema di relazioni complesse, che bisogna conoscere, con l'obiettivo di fare scelte consapevoli.



(1) Tra i Titoli di Stato americani ci sono i Treasury bond, abbreviato T-bond, a tasso fisso e scadenza superiore ai 10 anni.